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La diastasi addominale è un problema che si verifica spesso dopo il parto. Scopriamo quali sono i sintomi e come si cura.
Quando si parla diastasi addominale, si intende la separazione pronunciata tra la parte sinistra e la parte destra del muscolo retto addominale. Anche se spesso viene considerata come un problema estetico, si tratta in realtà di un problema che va affrontato sopratutto dal punto di vista medico. Scopriamo quindi quali sono i sintomi e come affrontare al meglio questo problema.
Diastasi addominale: cos’è esattamente
La diastasi addominale non è altro che l’eccessiva separazione della muscolatura centrale retto addominale. Per chi non lo sapesse, si tratta di una delle muscolature principali in cui rientrano sia la parte sinistra che quella destra, entrambe tenute insieme da una fascia sottile di tessuto connettivo. Questa, pur essendo molto sottile è anche elastica ma se si deteriora per qualsiasi motivo, fa molta fatica a tornare alle sue condizioni iniziali.
Quando avviene questo deterioramento, si parla appunto di diastasi addominale. Un problema che si può classificare in lieve, medio e grave.
La diastasi lieve è quella inferiore ai 3 centimetri, quella moderata va dai 3 ai 5 centimetri e quella grave, invece, supera i 5 centimetri.
Cause e sintomi della diastasi addominali
Andando al perché si presenta, la diastasi è maggiormente frequente in gravidanza e ancor più se la stessa è gemellare. Il motivo dipende dal peso e dalla pressione che portano allo stiramento della muscolatura retto addominale. Ciò porta i tessuti connettivi ad assottigliarsi, provocando così la separazione dei due muscoli. Condizione che porta, appunto, alla diastasi addominale.
Detto ciò, questo problema può essere anche slegato dalla gravidanza, tanto da presentarsi anche negli uomini. Quando la causa non è la gravidanza, i motivi possono essere la perdita di tonicità dei tessuti, un’obesità importante o dei dimagrimenti eccessivi.
Andando ai sintomi estetici, invece, tra questi ci sono la perdita del punto vita, un costante gonfiore addominale e una rientranza al centro dell’addome. Questi sono il motivo per cui spesso si pensa erroneamente che si tratti solo di un problema estetico. La verità è che la diastasi può portare ad una mancanza di contenimento dei visceri o a ernie addominali.
Inoltre è anche causa di sintomi fisici come l’incontinenza, il dolore addominale, la difficoltà a digerire e il mal di schiena.
In genere per accertare la presenza di diastasi addominale e, sopratutto, per comprenderne l’entità è indispensabile rivolgersi ad uno specialista. La diagnosi si ottiene solitamente da un’accurata anamnesi e da un’ecografia della zona addominale. Solo così sarà infatti possibile capire quale tipo di cura mettere in atto.
Come curare la diastasi addominale
Se la diastasi avviene per via di una gravidanza, è possibile che questa rientri spontaneamente nel corso delle prime settimane successive al parto.
Quando ciò non avviene, o se le cause sono altre, l’unica soluzione è solitamente quella di tipo chirurgico. La più comune è l’addominoplastica che consiste nel riposizionamento dei muscoli retto addominali. In casi più gravi, però, può essere utile ricorrere ad una rete biocompatibile e riassorbibile che viene inserita per favorire il ricongiungimento dei muscoli e che aiuta così a ristabilire la giusta funzione di contenimento degli organi interni.
Si tratta quindi di un problema che è importante affrontare da subito con la giusta attenzione e per il quale è meglio evitare approcci fai da te. Ricorrere ad esercizi addominali per rafforzare la zona, ad esempio, è considerato sbagliato da molti specialisti in quanto in grado di fare più danni. Prima di scegliere qualsiasi modalità di azione, quindi, è sempre bene rivolgersi allo specialista. In questo modo sarà possibile guarire più in fretta e senza inutili complicazioni.
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